Quasi a sfiorar le nuvole 2019 - Due su tre ruote

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Quasi a sfiorar le nuvole 2019

Le nostre storie
É arrivata finalmente la mia giornata per il giro, quella giornata in cui qualche amica mi sostituisce e sta con Maria tutto il giorno dandomi la possibilità appunto, di prendere la moto e farmi un giro degno di questo nome...l'unico problema è che non ho la moto, è ancora dal meccanico! Poco male, ho sempre un'altra Guzzi, magari è un po' più pesante e lenta, ne dovrò solo tenere conto quando sarà il momento di programmare la destinazione e il tragitto del giro.
So che durante la settimana è difficile che qualcuno possa farmi compagnia ma pubblico comunque sulla chat del Club ed in effetti sembra siano tutti occupati, ma all'ultimo minuto Giorgio riceve una disdetta per il lavoro avrebbe dovuto eseguire proprio quel giorno così i “Dü Basei” sono pronti a partire assieme un'altra volta!!!
Poco dopo le otto e mezzo del mattino ci mettiamo in cammino in direzione Brescia per poi dirigerci verso quella che è una delle mete dai motociclisti da sparo, quelli che rischiano la pelle per far vedere quanto piegano, Le Coste di Sant'Eusebio. Per ottimizzare il viaggio e goderci più ore tra le curve di montagna che sulle strade della pianura abbiamo ingoiato il rospo della Brebemi che fa guadagnare un discreto numero di minuti rispetto alla Rivoltana.
La strada inizia a diventare divertente dopo Caino dove la SP237 bresciana prende le sembianze di un largo serpentone di asfalto in buone condizioni, con curve e tornanti mai troppo stretti, dove effettivamente è facile farsi un po' prendere la mano. Noi però oggi siamo praticamente immuni, nel senso che con il sidecar si fa quel che si può! O meglio, ci si diverte come matti senza toccare velocità folli, se poi consideriamo che con questo triciclo ormai ci ho fatto più di centomila chilometri, penso di poter dire la mia comunque! Nelle curve a destra il mio passeggero ha imparato e si butta un po' timidamente verso l'interno della curva per migliorare il bilanciamento dei pesi e in quelle a sinistra si fa un po' più vicino a me così, posso permettermi di azzardare anche qualche bella curva fatta come si deve. Detto questo, sempre e solo dove avevo una buona visibilità, lontano dai numerosi ciclisti e senza tirare le marce come se non ci fosse un domani che non serve a niente!
Poco dopo Odolo ci fermiamo per un caffè e lì decido già una piccola modifica al percorso. A questo punto sarei dovuto andare verso il Lago di Garda, risalire fino a Gargnano e da lì prendere la SP9 che porta sul Lago di Idro passando per Capovalle perché negli anni non l'ho mai percorsa, ma ho preferito farla un po' più con calma e fare vedere altre bellezzitudini al mio fratellone!
Ci fermiamo a Idro per un Pirlo, anzi un Pirlone! In un bel bar sul lungolago. Si stava davvero bene, la canicola della bassa e il cielo annebbiato dall'afa sono un lontano ricordo. Nella mente mi frullano ricordi di una vecchia vacanza passata con la Sgionfadura oltre vent'anni fa...sembra non essere cambiato niente!
Riprendiamo il cammino sulla Provinciale del Caffaro ma di lì a poco giro la forcella verso sinistra e iniziamo a salire la stretta strada che porta al Passo del Baremone. É tutt'altra cosa rispetto la “Strada delle Coste” che avevamo percorso prima: un nastro di asfalto molto stretto che quasi mai raggiunge i tre metri di larghezza, quasi mai perfetto e liscio, anzi, in molti punti l'asfalto lascia spazio a ghiaia, ciottoli e terra battuta. Ma forse anche tutto questo contribuisce a rendere affascinante questo tratto di strada che in pochi minuti porta dai 370m sul livello del mare del lago ai quasi 1700 del Passo Maniva attraverso profumati boschi, pascoli e  panorami mozzafiato in un susseguirsi interminabile di stretti tornanti e curve, tutte da fare pian piano per godersi fino all'ultimo, fino ad arrivare là in alto, dove si costeggiano profondi dirupi e l'unico riparo a valle sono delle pietre miliari poste in maniera non sempre regolare lungo l'argine di questa stradina.
Arrivati su al passo in genere scendo verso Collio e mi fermo a mangiare da Nadia ma oggi dico: “Vabbé dai, proviamo uno dei rifugi qua intorno senza scendere, tanto poi dovrei risalire per riprendere la strada verso il Crocedomini!”
Pranziamo senza aspettarci molto, essendo proprio su al passo e quindi in un locale molto turistico. Facciamo la conoscenza di alcuni motociclisti austriaci e tedeschi, trovo giusto chiamarli così anche se cavalcavano degli scooteroni e che ogni anno si concedono un giretto di un paio di giorni in questi posti, con i quali scambiamo due chiacchiere in simpatia.
Riprendiamo la strada e ci dirigiamo verso il Passo Crocedomini e, come spesso mi capita da queste parti, ci ritroviamo ad attraversare le nuvole ad una temperatura che non è proprio estiva, pensate che in alcuni punti in ombra ci sono ancora grossi cumuli di ghiaccio e neve!
La strada sale fino a lambire il Dosso dei Galli a 2197m d'altezza. Il Dosso dei Galli (comune di Collio) è famoso in quanto sede della base Nato operante dal 1969 al 1995 facente parte del sistema di comunicazioni radio denominato ACE Hight, un ponte radio che collegava la Norvegia fino alla Turchia e che forniva linee telefoniche criptate ai vertici NATO, oltre che a linee telegrafiche e dati[9]. Il nome deriva dal fatto che i galli cedroni ponevano i loro nidi proprio sul dosso (prima della costruzione della stazione radio).
La cima e la zona circostante è chiamata, localmente, anche i radar (in riferimento alla ex stazione radio NATO). Nei mesi (e anni) successivi alla chiusura la stazione militare fu depredata da vandali che asportarono documenti e apparecchiature misteriosamente e improvvisamente lasciate dai militari Nato nella primavera '95. Inoltre, le antenne (quando erano in funzione) hanno avuto un primato: erano le uniche antenne a grandissimo raggio con struttura a mosaico al mondo. Attualmente tutto il dosso è di proprietà di una società che intende ristrutturare l'ex base con diverse finalità.[10]
Al Dosso dei Galli (o, meglio, alla Sella Auccia) la provinciale prosegue verso il Passo Crocedomini[11]: da qui si potrà proseguire o verso la Val Camonica[12] (sempre attraverso la sp bs 345 arrivando a Bienno o a Breno) oppure verso la Val Sabbia raggiungendo Bagolino attraverso la Val Dorizzo (mediante la sp bs 669 del Passo di Crocedomini che collega Anfo a Bagolino e, quindi, sale al Crocedomini innestandosi sulla sb bs 345 delle Tre Valli).
Dal Dosso dei Galli il panorama è davvero formidabile: si vedono non solo, ovviamente, le cime circostanti nonché le tre valli, ma, nelle giornate molto nitide, diverse zone della pianura circostante.
Intanto che andiamo chiedo a Giorgio ripetutamente di fare delle foto, di scattare anche se magari non sembrano importanti anche perché ogni scorcio da queste parti comunque merita una foto e poi, al limite, si può sempre cancellare, non c'è più la pellicola! Ho però notato che un po' si rompeva a fotografare panorami, montagne, valli ecc, si agitava e tirava fuori in fretta e furia la macchina fotografica solo quando vedeva al pascolo i greggi di Brune Alpine, deve avere una passione per le vacche!!!
Arrivati al Passo Crocedomini giro a sinistra per dirigermi verso la Val Camonica e scendere verso il Lago d'Iseo dove abbiamo appuntamento per andare a prendere un Spiedo Bresciano per il Club ma noto un piccolo cartello recante la scritta “Strada chiusa per frana”. Andiamo avanti qualche chilometro e incrocio solo un motociclista su una GS, gli faccio un gesto e lui mi risponde in maniera abbastanza inequivocabile che davvero la strada è chiusa. Noi siamo in riserva già dal Maniva e abbiamo percorso già una quarantina di chilometri, non posso rischiare di restare a piedi come un pirla! Allora giriamo il sidecar e scendiamo a Bagolino dove c'è il benzianio, ma una volta che saremo lì dovremo poi ripercorrere praticamente la stessa strada dell'andata per poi risalire verso il Sebino, praticamente un'ora e mezza di strada in più!!!
Percorriamo la bellissima strada che dal passo porta al piccolo paese famoso per il formaggio Bagoss con un po' di ansia, io mi vedo già mettere in folle e sperare di trovare sempre e solo discese, con la pompa della benzina che ha dato già l'ultima leccata al galleggiante!
Per fortuna siamo arrivati a Bagolino senza problemi, il benzinaio c'era ed era aperto. Voi direte: “Ma non potevate gugolare per avere la certezza di dove fosse il benzianio!?” É inutile dire che ci abbiamo provato ma non c'è stato niente da fare, fino a quando, sotto la pensilina, sul telefono è uscita la schermata con scritto: “C'è una stazione di servizio nei paraggi!” MA VAAA!?
Scendendo la temperatura sale e avendo gustato la frescura dell'alta montagna, il caldo sembra anche più soffocante, in più la strada e la guida del veicolo asimmetrico iniziano ad appesantire un pochino.
Arriviamo a Zone e sento il pedale del cambio che si muove a vuoto senza cambiare il rapporto di velocità, ho perso un dado e si è sfilata l'astina. Nel frattempo però siamo arrivati a casa di Natale, ci accordiamo per lo spiedo e vorrei montarlo direttamente sul sidecar ma mio fratello mi convince e tornerà su lui con la macchina. Intanto però mi porto via una vite a farfalla da una delle gambe del girarrosto e con un po' di nastro adesivo procedo ad una riparazione in pieno stile guzzista!
Zone è famosa per La riserva naturale Piramidi di Zone o più tecnicamente conosciuta come camini delle fate o Piramidi di terra, è il singolare risultato della forza erosiva dell'acqua. Percorrendo la strada che porta al Comune di Zone dalla sponda orientale del Lago d'Iseo ci si trova di fronte ad un affascinante paesaggio con uno dei fenomeni più spettacolari e interessanti della Val Camonica le Piramidi. La zona circostante è stata dichiarata riserva regionale e rappresenta un'importante attrattiva turistica. L'ingresso alla riserva è gratuito e sono presenti in loco brevi itinerari facilmente percorribili a piedi al fine di poter ammirare al meglio la bellezza delle Piramidi. Il problema è che ora siamo un po' stanchini e soprattutto assetati così ci fermiamo a Marone da Piccioli per una birra fresca e per avvisare che saremmo arrivati un po' più tardi. In altre parole, ci fossero stati anche la sfinge, gli obelischi e le mummie, non ce ne sarebbe fregato poi molto!!!
Un giro stupendo che ci ha portati a goderci la guida tra le curve e i tornanti delle Coste, ci ha fatto sentire bagnanti sul lago di Idro, ci ha fatto stupire dell'imponenza della natura tra i passi più alti e ci ha fatto anche assaporare del fuoristrada. Insomma una cosa da fare tutti assieme!!!

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