Quattro gocce a Livigno 2014 - Due su tre ruote

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Quattro gocce a Livigno 2014

Le nostre storie
Purtroppo è mancata da poco la mamma di Maria così ci è stato impossibile partecipare al bellissimo “Tour dei Nove Passi” organizzato con gli amici del Millenovecentoventuno, ma gli hotel erano stati prenotati ed abbiamo così deciso di spostare tutto al primo weekend di agosto.
I nostri amici nel corso del tour avevano trovato tempo coperto ma di fatto non avevano preso acqua e noi, in fondo, ci eravamo fatti l’idea che avremmo trovato un meteo migliore, ma probabilmente era solo la nostra idea!
Il giorno prima della partenza mi sento al telefono con Luigi che mi dice: “Ma cosa facciamo, se c’è brutto andiamo in auto!?” Questa è una frase che non digerisco gran che, e tranquillamente rispondo: “Io penso di andare in sidecar, se dovesse piovere a dirotto al limite verremo in auto anche noi!” Il telefono si sentiva male ma mio cognato dall’altra parte mi sembrava davvero molto scettico così sono andato a consultare il meteo. Ho controllato Livigno, possibilità di leggere precipitazioni, Passo dello Spluga idem e Stelvio, pure. Mi sono messo il cuore in pace e ogni dubbio è volato via.
Al mattino della partenza il cielo è coperto e probabilmente un po’ d’acqua la prenderemo, ma siamo decisi e si parte. In fin dei conti, al massimo, mettiamo su le tute.
A Lecco si aprono le cateratte e ci fermiamo sotto alcune tettoie per infilarci le tute. Vesto Maria, mi infilo la mia vecchia tuta impermeabile e poi mi giro e noto che Luigi e Doretta stanno tranquilli ad ammirare l’acquazzone che si sta scaricando fragorosamente al suolo. “Ma non mettete le tute?” e lui mi risponde: “Ma che tute!? Così!!!” Lo guardo perplesso allora prosegue: “Le ho buttate via ancora quattro anni fa perché erano vecchie e si erano deteriorate troppo” Se lo avessi saputo gliene avrei prestate un paio, non saranno perfette ma sempre meglio che non averla affatto.
L’acquazzone torrenziale non accenna a smettere così ci rimettiamo in cammino ma il programma non può che cambiare, non si può pensare di passare lo Spluga e farsi tre ore di moto bagnati fradici, così percorriamo la statale che ci porta dritti a Tirano, dritti ma in un’interminabile colonna. In pratica prima di poter vedere diminuire l’intensità della pioggia dovremo oltrepassare il Passo della Forcola dove devo dire che anch’io che non ero poi troppo bagnato, ho iniziato a sentire il freddo entrarmi nelle ossa.
Al nostro arrivo a Livigno ormai non piove più, logico, no!? Finché si viaggia in moto, acqua! Quando si è arrivati a destinazione con la possibilità di starsene al caldo, viene fuori il sole!!!
Prendiamo possesso della camera in albergo, ci cambiamo dei vestiti umidi ed usciamo per fare un giro per i numerosi negozi della cittadina al fine di approfittare dei prezzi che su alcuni articoli a porto franco, sono davvero convenienti.
Gli edifici di Livigno sono tutti in stile alpino, con grande uso di legno, ampie fioriere variopinte e facciate finemente decorate, davvero spettacolari. L’aria è fresca e pulita e anche se ci troviamo ai primi di agosto un profumo di legna che arde nel camino fa venire voglia di sedersi a godere del calduccio di un focolare.
Rientriamo un po’ prima di cena perché Maria vuole seguire l’adunanza in LIS ed io, che ho programmato diabolicamente tutto, approfitterò dell’area benessere dell’albergo. Evidentemente ho fatto i conti senza l’oste, o meglio, con gli altri rumorosi ospiti dell’albergo. Entro nella piccola piscina e una decina di bambini son già lì a giocare con la palla e a fare un fracasso che nemmeno una decina di comari… Allora faccio solo un paio di vasche e mi sposto nell’area relax. Dalla porta a vetro pregusto il relax, ma appena apro mi rendo conto che nella vasca dell’idromassaggio ci sono tre signore. Dalla padella nella brace!!! Una di queste la potremmo chiamare “Fiumi di parole!” Ha, per una mezz’ora buona, tenuto banco dispensando perle di saggezza sugli argomenti più svariati, dalle Spa agli hotel, dalle saune alla fisica, dagli uomini e come conquistarli all’amore saffico… che palleee!!!
Alla sera abbiamo cenato nel ristorante dell’albergo dove abbiamo potuto gustare alcune specialità valtellinesi come gli Sciatt! Una serata piacevole e tranquilla che non dura poi tanto però, perché alla fine aravamo tutti un po’ provati dal viaggio bagnato!
Al mattino un bel sole raggiante ci sveglia e questa combinazione di bel tempo, sole e montagna ha probabilmente svegliato in Maria un appetito da vero predatore. Al mattino tra panini col prosciutto, pane con burro e marmellata e caffèlatte, ha mangiato per tre!
All’ora della partenza il sole ancora ci bacia, ma lo sappiamo che giunti in Valtellina le cose sarebbero cambiate così Maria indossa subito la tutona impermeabile. Prendiamo la strada che passa per il Passo dell’Eira , quindi Trepalle e poi giù dal Foscagno fino a Bormio. Momenti che ci godiamo, finalmente si riesce a guidare con calma senza l’acqua che ti sferza la visiera e ti si infila in ogni piega della tuta. Ma tutto questo dura poco, infatti già da Sondalo ricomincia il nubifragio che ci accompagnerà fino a valicare il Passo dell’Aprica e poi giù fino alla Valle Camonica. Poi, d’improvviso, il sole ricomincia a fare capolino dietro alle nuvole invitandoci ad una sosta al solito chiosco a Marone, sul Lago d’Iseo, dove spesso ci fermiamo a mangiare il pesce. Quel che ci voleva per coronare un viaggio, un po’ burrascoso ma stupendo.

Marco
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