Vacanze in Sardegna 2010 - Due su tre ruote

Vai ai contenuti

Vacanze in Sardegna 2010

Le nostre storie
Non solo mare…


… è una frase che un po’ mi indispettisce. La trovi un po’ dappertutto: “Non solo gelato”, “Non solo Kebap”, “Non solo bottoni”, e mancherebbe altro che uno tiene aperto un negozio di solo bottoni!!! In questo caso però è abbastanza azzeccato, perché voglio raccontarvi un po’ della nostra esperienza in Sardegna, una vacanza che a differenza di quanto faccia la maggior parte dei turisti che pensano solo a tuffarsi nel blu dello stupendo mare dell’isola, abbiamo passato prevalentemente nell’entroterra sardo. Una terra ricca di sapori e di tradizioni, dove forse si riesce ad assaporare meglio quello che è il vero spirito dell’isola. Innanzitutto il periodo che abbiamo scelto per la vacanza è il mese di settembre quando si trova posto sui traghetti e le tariffe sono più abbordabili. Giunti sull’isola intorno alle 21.00, iniziamo a girare disperatamente alla ricerca di un distributore aperto perché la pompa della mia California sta già leccando l’interno del serbatoio alla ricerca delle ultime gocce del prezioso carburante. I distributori di benzina che tengono aperto la notte non sono numerosi come in continente è quindi consigliabile fare il pieno all’imbarco. All’Agriturismo Da Valore giungiamo solo intorno alle undici passate, ma sono stati così gentili da tenere aperta la cucina solo per noi. A dire il vero non avevamo nemmeno troppo appetito ma dinnanzi a cotante ghiottonerie non abbiamo potuto che cedere alle tentazioni. Austis, l’ombelico geografico della Sardegna, è il punto di riferimento per la nostra vacanza. E’ un piccolo paese di meno di mille abitanti ma ricco di storia e di cultura. Tutt’intorno si estendono pascoli, boschi, bellezze naturali e rovine della civiltà nuragica. In paese siamo conosciuti poiché la mamma di Maria è di queste parti così tutti fanno un po’ a gara per “invitarci qualche cosa”, come si dice da queste parti. Entrare in un bar e riuscire a pagare è difficilissimo, la frase che ci sentiamo dire è: “Lei è sa nipote di Nonna Bua, invitati siete stati!!!” Una delle bellezze che bisogna andare ad ammirare intorno al paesino della Barbagia è senz’altro Sa Crabarissa. Un monolite di granito rosso alto una cinquantina di metri che si erge innanzi alla valle come una torre. Letteralmente il nome significa “donna di Cabras” perché nelle fattezze ricorda appunto una donna nel tipico vestito tradizionale. La leggenda narra che una fanciulla di Cabras si innamorò di un pastore di Austis conosciuto durante la solita transumanza invernale che dalle montagne faceva scendere le greggi alla ricerca dei pascoli migliori, fino alla costa dove il clima era più mite. Furono scambiati i doni e le promesse di matrimonio. Il pastore partì e la ragazza attendeva il suo ritorno, ma inutilmente. La giovane allora intraprese il faticoso e difficile percorso verso la montagna. Giunta ad Austis trovò il pastore sposato con un’altra... una corsa veloce la riportò sui suoi passi... ancora uno sguardo indietro verso la speranza distrutta e la fanciulla rimase pietrificata dall’immenso dolore che segnò la sua sorte. Per arrivarvi si percorrono strade stupende, circondate da vegetazione bassa e rocce alternate a boschi e a sugheraie. A Teti, un paesino a pochissimi chilometri da Austis si può visitare un sito archeologico, il Villaggio Nuragico S’Urbale. E’ un villaggio che risale all’età del Bronzo Medio la cui particolarità è di essere costituito da numerose capanne costruite con una tecnica diversa dagli altri villaggi conosciuti, infatti i muri portano tracce di sughero e di argilla usati come isolante. Al Museo Archeologico di Teti si può vedere la ricostruzione di una di queste capanne con focolare centrale e ripostigli in pietra realizzati con lastre di pietra infisse nel terreno. Le capanne sono pavimentate con lastroni di pietra ancora visibili, e ciò dimostra, insieme ai materiali isolanti impiegati nella costruzione delle abitazioni, l'alto grado di tecnica costruttiva raggiunto dai nuragici. A poche centinaia di metri da questo antico insediamento si può ammirare un altro Nuraghe molto bello che però ha subito l’intervento di un bravo pastore che lo ha trasformato in ovile con tanto di reti e mangiatoia. Come si dice: “La mamma del bischero è sempre incinta!!!” Altro motivo per passare qualche giorno in Barbagia sono le strade. Nastri di asfalto quasi sempre i ottime condizioni, che corrono sinuosi intorno a queste montagne coperte di vegetazione lussureggiante dove i profumi degli arbusti ci inebriano. Si sarebbe tentati dalla voglia di correre un po’ e lasciarsi prendere dall’istinto del motociclista ma sarebbe un peccato non fermarsi a scattare qualche foto o non addentrarsi per qualche stradina e vedere com’è il panorama dalla cima di un monte. Ma a fare da cornice a tutto ciò c’è una cucina indimenticabile. All’agriturismo Da Valore, dove siamo alloggiati noi, ogni piatto sa di Sardegna. Ravioli di pecorino e patate, gnocchetti, seadas, tutte rigorosamente fatte in casa. Imperdonabile sarebbe non assaggiare il formaggio, anch’esso di loro produzione, e poi il maialetto… chi non lo mangia è un pazzo!!!
Insomma, abbiamo trascorso una decina di gironi sull’isola ed in spiaggia ci siamo andati una volta sola, mica male eh!


Marco




Torna ai contenuti