Passo Maniva e Croce Domini 2010 - Due su tre ruote

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Passo Maniva e Croce Domini 2010

Le nostre storie
Passo Maniva e Croce Domini

Erano un paio d’anni che non mi recavo più in questi posti, ma finalmente in questo mese di luglio si ripresenta l’occasione. Partiamo relativamente presto, l’autostrada è abbastanza libera e si può marciare abbastanza spediti fino a Brescia Est, e poi verso Salò, tutte strade cha già conosco, ma quando sono allo svincolo per la Val Sabbia le cose mi sembrano un po’ differenti. Seguo le indicazioni per Lago d Idro ma inizia un susseguirsi di noiose gallerie, di tutte quelle curve sinuose e i panorami della valle non resta più nulla. Dopo due o tre tunnel esco e ritrovo la vecchia Statale del Caffaro. Il traffico sulla vecchia strada è praticamente nullo ed i paesi attraverso i quali passa il nastro d’asfalto sono molto meno popolati, mi fanno venire in mente Radiator Springs. La pacchia di una strada tutta per noi finisce nei pressi di Nozza dove la nuova strada si unisce alla vecchia con conseguenti code. Si iniziano a incrociare una moltitudine di motociclisti, quasi tutti “Ciucciamanubri” troppo intenti a correre per poter scambiare un saluto con chi li incrocia. Si costeggia il lago fino ad Anfo da dove si può prendere la strada che porta a Bagolino, luogo tipico di produzione di un grande formaggio, il Bagoss. L’aria si rinfresca, le strade iniziano a stringersi un pochino, il traffico diminuisce ma le buche aumentano. Arrivati al Gaver, le buche sono tante da far venir voglia di proseguire per i pascoli che senz’altro saranno più lisci, ma lo spettacolo della Natura tutt’intorno fa scordare qualsiasi sobbalzo. Arriviamo al rifugio del Passo Croce Domini…il mondo è tutto lì! Trovare un tavolo per mangiare è una pura visione onirica, ma per farci fare un panino da mangiare nei pascoli ci è voluta mezz’ora. Ripartiti ci dirigiamo verso Passo Maniva percorrendo una strada sterrata che ci fa ammirare panorami davvero emozionanti. La strada non è proprio impossibile, oltre ai numerosi amanti della Mountain Bike si incontrano tanti motociclisti alcuni, che a dire il vero non invidio molto, in sella a potenti supersportive. Una volta passato il rifugio del Maniva abbiamo potuto percorrere finalmente una strada che per anni è rimasta chiusa per frana che porta direttamente giù ad Anfo. Spettacolare! Quasi tutta asfaltata ma non in perfette condizioni, impone un’andatura da passeggio che permette di godere appieno di quei momenti e di tutto quello che ci circonda. E’ luglio, ma a quella quota si apprezza un bel giubbetto addosso, anche quando ci si ferma. Anche se quando ci si trova in questi posti non si vorrebbe mai andarsene, è ora di rimettersi in viaggio.
Se non abitate lontano ed avete una domenica libera, vale ben la pena di fare un giretto, ne resterete senz’altro soddisfatti.

Marco





"Bagoss" significa nel dialetto locale "di Bagolino", un antico comune della montagna bresciana, capoluogo della Valle del Caffaro, dove ogni anno si svolge uno dei più tradizionali carnevali italiani.Ma la tradizione designa con lo stesso termine "bagoss" il più famoso e diffuso prodotto della zona: un formaggio stagionato dal gusto robusto che si è meritato l'appellativo di qrana bresciano.
Nelle valli bresciane ricche di pascoli. La produzione del bagoss è legata alla zona ricca di pascoli compresa fra le tre principali valli bresciane: la Val Camonica, la Val Trompia e la Val Sabbia, ed è tuttora molto viva, nonostante il processo di industrializzazione e urbanizzazione abbia anche in questo caso modificato lo stile di vita una volta esclusivamente agropastorale e le caratteristiche ambientali di queste zone. In inverno il bestiame. tutto di razza Bruna Alpina, viene tenuto nei caratteristici fienili nei dintorni di Bagolino ed il latte viene lavorato nelle aziende di fondo valle o nel caseificio sociale. Nei mesi estivi l'allevamento si trasferisce sui pascoli delle montagne circostanti e la trasformazione del latte in bagoss avviene nelle malghe, secondo il metodo tradizionale e utilizzando gli antichi strumenti artiqianali in leno e rame. Formaggio per raffinati buongustai. La crosta liscia leggermente dura viene unta durante la stagionatura con olio di lino crudo, per mantenerla elastica e limitare la formazione di muffe sgradite. La pasta è di color giallo paglierino, a tessitura granulosa e leggermente occhiata. Il sapore è caratteristico, decisamente aromatico, ma non piccante. Il bagoss è un formaggio da buongustai e i suoi più raffinati estimatori sanno riconoscere, dal sapore e dall'aroma, il tipo di foraggio pascolato, l'epoca di produzione, la stagionatura. Come formaggio da tavola il bagoss viene servito a scaglie come il grana o arrostito sulla piastra, ma se ben stagionato è anche ottimo da grattugia. Formaggio a pasta semicotta, prodotto con latte di vacca, parzialmente scremato per affioramento; salatura a secco; maturazione 12-24 mesi; forma cilindrica (diametro 40 cm); scalzo diritto (12-14-cm); peso medio 15-16 kg..



PS. Chiaramente un pezzo del prezioso formaggio locale è venuto a casa con noi. Ma mi domando, se quello è il “Grana dei poveri”, i ricchi quanto cavolo lo pagano il formaggio?!




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